Isola di Gorée: un Tuffo nella Storia

Il volo atterra alle 14.50 all’aeroporto di Dakar, il Blaise Diagne International Airport, e dopo circa mezz’ora di auto arrivo finalmente all’hotel. Giusto il tempo di un po’ di relax e poi scendo verso la spiaggia per non perdermi il tramonto sul mare…

Il ristorante dell’hotel è accanto alla spiaggia, un’atmosfera magnifica per la cena!
Con i miei compagni di viaggio abbiamo organizzato una visita all’Isola di Gorée per il giorno successivo così ci incontriamo alle 9, dopo aver fatto colazione, per raggiungere il terminal da dove parte il traghetto che ci porterà all’isola. Gorée è una piccola isola a 3 km dalla costa del Senegal divenuta tristemente famosa per la tratta degli schiavi che, per più di 300 anni (dal 1536 al 1848) furono strappati alla loro terra e spediti nelle Americhe con imbarcazioni francesi, portoghesi e spagnole per lavorare come schiavi nei campi di cotone, di caffè e di canna da zucchero.
Panorama dell'Isola di Gorée visto dal mare con dei ragazzi che giocano in acqua
Nel 1978 l’Isola è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO ed oggi si presenta come una tranquilla e colorata isola dal sapore Mediterraneo, piena aiuole fiorite, bouganville rigogliose che si appoggiano ai muri delle case, ristorantini e negozietti. La bellezza dell’Isola oggi è in netto contrasto con la sua orrenda storia ed è diventata meta di turismo storico e culturale.
casa rossa con finestre blu tipica dell'Isola di Gorée, accanto alla casa c'è un grande albero
Scena di vita quotidiana all'aria aperta nell'Isola di Gorée in Senegal
Le strette stradine, costeggiate da edifici in stile coloniale dai colori vivaci tipici della dominazione francese, ci conducono alla Maison des Esclaves, la Casa degli Schiavi (una sorta di prigione di schiavi ora divenuta museo).

Questo museo, aperto nel 1962, è un luogo della memoria, per ricordare il posto dove gli schiavi trascorsero gli ultimi giorni nella loro terra natale e da dove partirono lasciando per sempre l’Africa senza più fare ritorno.
Questa nella foto qui sotto è la Porta del Non Ritorno, da qui milioni di persone vendute ai loro padroni vennero imbarcate sulle navi per andare incontro al loro nuovo terribile destino. Proprio da questa porta molti di loro cercarono di suicidarsi buttandosi sugli scogli, in un ultimo disperato tentativo di fuggire dall’incubo.
ragazza appoggiata ad una porta aperta, in controluce con il mare sullo sfondo all'Isola di Gorée
Nonostante i libri di storia siano pieni di minuziosi racconti sulla tratta degli schiavi, è scioccante trovarsi qui mentre la guida ci spiega la quotidianità degli schiavi, gli orribili eventi accaduti proprio in questo luogo e le condizioni disumane in cui erano costretti a vivere; in questo posto è doveroso fermarsi in silenzio, ascoltare e riflettere.
 
Usciti dal museo ci dirigiamo verso un negozio di oggetti d’arte creati a mano dagli abitanti dell’isola utilizzando la sabbia.
Quadri fatti a mano con la sabbia dell'isola di Gorée in Senegal

Visto d'Ingresso:

Dal 2015 è stato sospeso l’obbligo per i cittadini UE di dotarsi di visto d’ingresso, vi consiglio comunque di aggiornarvi per eventuali cambiamenti presso Ambasciata o Consolato del Senegal prima di intraprendere qualsiasi viaggio. Il passaporto deve avere validità residua di almeno 6 mesi. Per qualsiasi aggiornamento potete controllare sul sito

La tratta degli schiavi:

L’Isola di Gorée è stata a lungo dominata da portoghesi, inglesi, olandesi e francesi e fino all’abolizione della tratta degli schiavi da parte degli Inglesi nel 1807 questa isola veniva utilizzata come “magazzino di merce umana”. Gorée rimase di proprietà francese fino al 1860, data dell’Indipendenza del Senegal.
Gli Europei diedero vita al cosiddetto “commercio triangolare”: le navi partivano dall’Europa cariche di merci quali armi, tessuti, ecc… e, giunte in Africa scambiavano o vendevano questi prodotti per acquistare gli schiavi che poi venivano imbarcati per le Americhe.
Qui la “merce umana” veniva venduta e le navi ritornavano in Europa cariche di tabacco, caffè zucchero e cotone.
Anche se le cifre non sono certe si stima che per 300 anni (dal XV al XIX secolo) furono dai 10 milioni ai 20 milioni gli africani costretti in schiavitù e deportati nelle Americhe.

La "Casa degli schiavi":

Secondo alcuni storici qui hanno vissuto soltanto gli schiavi del proprietario di questa casa, il ruolo di questo luogo è infatti molto discusso: alcuni sostengono che sia stata costruita quando il commercio degli schiavi era già in declino e quindi dubitano che fosse stata veramente usata come prigione di schiavi per un così lungo tempo. La stessa Porta del Non Ritorno forse non è mai stata usata con lo scopo di imbarcare gli schiavi su navi per le Americhe poiché le acque al suo esterno erano troppo basse per far attraccare una nave.
Nonostante i dubbi sulla Maison des Esclaves, il suo ruolo come luogo della memoria e testimonianza di uno dei passati più bui della storia dell’essere umano e dell’Isola di Gorée stessa è indiscutibile, tanto da essere stata classificata dall’UNESCO come luogo storico e visitata da capi di stato e personaggi importanti come Nelson Mandela, Papa Giovanni Paolo II e Barak Obama.
Facciata rossa della Casa degli Schiavi all'Isola di Gorée con il colonnato che appoggia su una grande scalinata

Visitare l'Isola di Gorée:

L’Isola di Gorée si trova vicino alle coste di Dakar ed è possibile raggiungerla in traghetto. Il prezzo del biglietto è di 5200 CFA a persona (andata e ritorno) e ci vogliono circa 20 minuti per raggiungere l’isola.
Giunti sull’isola bisogna pagare una tassa di 500 CFA destinata al mantenimento delle strutture e dell’isola.
quattro ragazzi africani che nuotano in mare all'Isola di Gorée
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ClaudiaBosi
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